Finnish peace negotiator Ann-Mari Sundell has recently retired from her post as a crisis response adviser in the Ministry for Foreign Affairs. Suddenly, she is invited by the UN mandate to lead an international conflict resolution process in Turkey. As the peace talks proceed, Ann-Mari has to reconcile with her past before her personal life comes in the way of the whole peace process.
Fino a metà risulta anche abbastanza godibile, anche se emergono già le problematiche principali. Ma da lì in poi i difetti diventano prevalenti e finiscono col rendere la prosecuzione veramente difficile: retorica all'inverosimile, sloppyness come solo gli scandinavi quelle volte che le cose le fanno male, scrittura imbarazzante, dialoghi che si fanno macchiettistici, nessuna correlazione con la realtà/verosimiglianza politica, tutto eccessivamente centrato sulla protagonista che assume un'aura tanto implausibilmente salvifica quanto genuinamente inetta, uso veramente assurdo/parossistico del sonoro e delle musiche. Peccato perchè le premesse erano anche interessanti e la storia inizialmente l'avevano stesa in maniera convincente e credibile.