In una dimensione parallela contemporanea, il dispositivo tecnologico più in voga del momento è il cosiddetto synth, un avanzato androide dalle sembianze molto simili a quelle umane ideato allo scopo di diventare un badante domestico per famiglie o un operaio per compiti più umili. Persone come George Millican, un anziano rimasto vedevo, lo usano non solo per essere aiutati nella vita quotidiana, ma anche come un dispositivo da compagnia, verso il quale può svilupparsi un legame affettivo. Nel Regno Unito, una famiglia dei sobborghi, la famiglia Hawkins, ne compra uno ricondizionato, scoprendo presto che tale modello possiede capacità molto più avanzate di quelle pubblicizzate, comportandosi e pensando in modo simile ad un essere umano, con una propria volontà. Il synth degli Hawkins non è l'unico esemplare con tale caratteristica, ma è membro di un ristretto gruppo di dispositivi che alcuni, come Leo, figlio del professore che ha ideato il codice in grado di far sviluppare una libera volontà ai robot, cercano di proteggere, mentre altri, in particolare l'ingegnere Edwin Hobb, cercano di neutralizzarli profetizzando un'imminente singolarità tecnologica.
Trama interessante, ma manca completamente di pathos. Percepisco la narrazione contemporaneamente lentissima e frettolosa. Da guardare distrattamente se non si ha altro da guardare.